La scatola chiusa

Non riesco proprio ad avere la testa per scrivere articoli, anche se in realtà ci sto provando.
Mi dispiace davvero… e avrei così tante cose da proporvi… ma proprio non ci riesco (anche se ne ho uno quasi pronto, quindi vedremo… ma preferisco al momento lasciare più campo libero a The Butcher, che sta davvero facendo un ottimo lavoro!).

In tanto ogni tanto scrivo altre cose e quindi vi lascio questa lettura:

La scatola chiusa, quel delirio sconnesso in cui io sono imprigionata, che si stringe a ogni movimento.

Un delirio partorito da una mente che in questo periodo non sta proprio bene.
Depressione, ansia, ansia sociale, senso di vuoto e dissociazione.
Questo è ciò di cui parla questo breve e disconnesso flusso di pensieri e immagini.

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La scatola chiusa

La scatola chiusa, quel delirio sconnesso in cui io sono imprigionata, che si stringe a ogni movimento.
La pelle trasuda sangue mentre il mondo mi osserva sbigottito. Sorride, indica, dice qualcosa, poi prosegue avanti a sé, oltrepassandomi come se non esistessi.
Ma tu rimani. Da lontano guardi questo delirio che io sono costretta a vivere.
Non dici nulla, non fai nulla, non sei nulla.
La tua scatola si è aperta ma non sai cosa farne, quindi resti lì a invidiare la mia agonia.

Ho smesso di vedere perché nella mia scatola chiusa c’è solo buio. Rannicchiata in posizione fetale, sono nuda e logora.
Mi sono imprigionata in questo buco con le mie stesse mani. Da tempo non credo più nel cuore del mondo; al suo posto vi è una voragine nera che consuma tutto.
Giaccio inerme in questo paradossale meccanismo chiamato vita.
Mi addormento mentre il tempo continua a scorrere in mille diramazioni che portano tutte in un unico posto, buio e intangibile.
La mia scatola chiusa gli assomiglia ma io resto ancora viva.
Vorrei poter morire, consumarmi in questo buco nero, smettere di pensare, smettere di osservare.
Sto pian piano mettendo radici e credo che non abbandonerò più questo angolo di mondo, ma in fondo io non so più cosa voglio.

Io sono la mia scatola chiusa. Sono quelle parole non dette ma pensate. Sono quei urli silenti che fanno sanguinare la gola. Sono quella bolla che scoppia quando la sfiori con un dito.
Non ho vie di uscita perché le ho murate tutte. Non ho un cuore perché me lo sono strappato.
Io non ho e non sono niente, se non solo una scatola morta.

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[Shiki Ryougi 両儀 式]

3 pensieri riguardo “La scatola chiusa

  1. Sei fantastica Shiki e mi regali ogni volta emozioni sublimi, te lo giuro!

    Non sempre la letteratura mi regala la possibilità di sentirmi così vicino alla verità ed al mistero come nei tuoi ultimi scritti: affinché non si pensi che la mia sia vuota ed inutile ruffianeria, ti dico che non è sempre stato così e non tutto quello che hai redatto in passato mi ha creato le medesime sensazioni, ma è giusto così, perché nella vita si cresce, ci si modifica, ci si evolve o al contrario ci si autodistrugge, implodendo verso l’interno o spegnendoci come una fiamma senza ossigeno.

    Sappi che quello che tu non sei è proprio questo: non sei un bluff, non sei banale, non sei nemmeno il parto disgraziato di un vaneggiamento e la tua grandezza non risiede nel dolore (che pure esprimi benissimo), ma nella capacità eccezionale di sapere passeggiare a piedi nudi sopra il filo delle lame di mille rasoi, stringendo i denti mentre a volte quelle lame ti tagliano i pedi nudi, cercando di farti cadere, ma tu insisti ed assapori un po’ di quel dolore liquido.

    Umanamente mi dispiace del tuo sentire così tanta angoscia e smarrimento, ma sadicamente ed egoisticamente mi compiaccio invece che da tale sofferenza sia nata una prosa così poetica ed una struttura emotiva quasi inedita: si, perché cara Shiki oggi come oggi tu sei il mio Newt Scamander (che per me è uno dei complimenti migliori che io posso mai fare a qualcuno), una gemma preziosa che condivide con gli obscurus molto di più di ciò che tu stessa possa anche solo immaginare, un’energia incomprese e repressa ed una struttura di pensiero per la quale spesso sfugge l’interfaccia giusta che permetterebbe a tutti noi di scoprire magici tesori ancora più splendenti di ciò che finora abbiamo visto.

    Perciò brindo al tuo dolore, alla splendida prigione che ti sei costruita, alla smorfia di disagio che esprimi quando vieni sottovalutata ed infine brindo al tuo essere sonnambula cosciente mentre solchi il mare della banalità.

    1. “Sei fantastica Shiki e mi regali ogni volta emozioni sublimi, te lo giuro!”

      Figurati, mi fai arrossire :P

      A parte gli scherzi, mi fa un enorme piacere saperlo ^—^

      “Non sempre la letteratura mi regala la possibilità di sentirmi così vicino alla verità ed al mistero come nei tuoi ultimi scritti: affinché non si pensi che la mia sia vuota ed inutile ruffianeria, ti dico che non è sempre stato così e non tutto quello che hai redatto in passato mi ha creato le medesime sensazioni…”

      Ma ciò è normalissimo; nel tempo si cresce e si cambia, nel bene e nel male o entrambi.
      Io cerco solo d’impegnarmi, sempre, mentre allo stesso tempo do spazio a me stessa per respirare, perché per me creare è respirare aria pura.

      Al resto delle tue parole non posso fare altro che inchinarmi e sussurrare un “grazie” pieno di affetto e sincero stupore.
      Le tue parole mi lusingano non poco, anzi troppo.
      Tutto per qualcosa che estrapolo da uno dei miei diari personali (anche se non tutto ciò che scrivo in Spiragli e scritti come questo è direttamente preso dal mio vissuto), dove mi butto di getto, lasciando fluire le emozioni tramite faticose parole che mi costano enorme energia. Perché sì, per me comunicare non è una cosa assolutamente facile, specialmente nell’ultimo periodo.

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